mercoledì 13 luglio 2011

All'Oro: simply the best


Roma, meta' luglio, 35 gradi all'ombra.
Ho appuntamento per pranzo con un amico, che mi chiede "Di che hai voglia?"
"Di qualcosa di fresco e leggero", rispondo io.
E lui mi porta da All'Oro. Ora, a me piace tantissimo la cucina di Riccardo Di Giacinto, ma sinceramente sarebbe stato l'ultimo posto che mi sarebbe venuto in mente. Il locale e' al chiuso, piccolo, ai Parioli, e i piatti di Riccardo sono appunto buonissimi ma non rappresentano il mio ideale di "leggerezza" estiva, ecco.
E invece....
Con la luce del giorno - ci ero stata sempre a cena perche' mi dava piu' l'idea di un posto serale - il locale e' luminoso grazie al lucernario, e molto accogliente. Un'aria condizionata sparata alla giusta intensita' evita l'effetto serra, ma anche quello congelamento. E i piatti del menu "estivo" si sono rivelati tutt'altro che pesanti, portando a compimento la tendenza all'alleggerimento - ma senza perdere in sapore  - che avevo ritrovato gia' nella mia precedente visita e che elimina l'unica, piccola pecca che avevo potuto riscontrare della cucina dell'All'Oro.
Abbiamo deciso per il menu Festival da 4 portate (a 55 euro) scegliendo noi i piatti che volevamo assaggiare, chiedendo pero' a Riccardo di farci porzioni piu' piccole, da Gran Festival (6 portate a 70 euro). Alla fine pero' tra un assaggio in piu' che ci ha mandato lui e una nostra richiesta extra, siamo arrivati a 6 lo stesso...

Iniziamo con il grazioso cestino dei pani e grissini fatti in casa (adoro le sfogliette al curry anche se questa volta erano meno speziate del solito) serviti con un piattino di ottimo olio extravergine, e con uno squisito amusebouche: crema di patate con caviale di lompo e scorzette di limone. Lo abbiniamo con un calice di Champagne (Pascal Mazet, se non ricordo male) che sara' l'unica fonte di alcool del pranzo, che fa caldo e poi bisogna tornare a lavorare! Eravamo soli, quindi siamo abbiamo avuto modo di chiacchierare anche un po' con Riccardo e Ramona, freschi sposi da poco tornati dal loro viaggio di nozze.

Poi cominciamo subito con un piatto fantastico, in assoluto il migliore del pranzo, il sushi piemontese: una battuta di fassona piemontese avvolta a mo' di makizushi in una sottile sfoglia di tartufo estivo che sostituisce l'alga nori. Sul fondo del piatto, una salsa al parmigiano e una alla bagnacauda (buonissima ma non invadente) che sembravano quasi disegnare un uovo al tegamino (che non c'entra nulla col sushi pero' faceva un bell'effetto cromatico e col tartufo c'azzecca sempre) con tre nocciole "ammorbidite".
Un piatto divertente, leggero, pieno di sapore....ne avrei mangiati altri dieci!





Invece ci aspettava il secondo antipasto: il gambero alla parmigiana. Un grosso e succoso gamberone rosso crudo servito su quelli che sono i classici ingredienti della parmigiana: melanzana (solo polpa), sughetto di pomodorini, basilico e salsa di Parmigiano (forse solo questa un po' invadente rispetto agli altri sapori).




Passiamo ai primi: i bonbon alla crema di scampi con salsa di patate e prezzemolo sono la personale rivisitazione di Riccardo di un grande classico della cucina anni '80, oggi guardato con orrore da ogni gourmet che si rispetti. Ma perche' poi? (a fine pasto chiacchierando con Riccardo ci confesseremo a vicenda la nostra perversa passine per alcuni piatti trucidi ma che, se fatti bene, hanno sempre il loro perche'). E dunque, dentro ai bonbon di sfoglia da mangiare tutti in un boccone ecco pronta ad esplodere in bocca una crema di scampi da manuale, con tutta la panna che ci vuole per riempire il palato con quella meravigliosa, vellutata sensazione  (e tutto il sapore del crostaceo). Perfetta la salsa, leggerissima e fresca nonostante la presenza delle patate, unico e piacevole tocco di colore in un piatto minimalista fuori e "massimalista" dentro.

Riccardo ha voluto mandarci anche un assaggio del suo piatto preferito del momento: le mezzelune di burrata con pomodori datterini e alici.  Buonissime pure queste, molto equilibrate tra la componente grassa della burrata (dentro e fuori) e quella piu' fresca e sapida data rispettivamente dai pomodorini (interi, pelati) e dalle alici. Insomma, abbiamo gradito l'assaggio a sorpresa!




Ed eccoci al secondo, che doveva essere il primo e l'unico: il calamaro ripieno di pappa al pomodoro e 'nduja. Io non amo molto il piccante, ma c'e' da dire che l'uso di salumi e insaccati, anche "ignoranti" abbinati al pesce o comunque a piatti delicati, e' una delle cifre della cucina dello chef, e di solito da' ottimi risultati. Cosi' mi sono lasciata convincere. E bene ho fatto: il calamaro servito nel suo guazzetto rosso e' un tutt'uno con il suo ripieno, abbastanza hot ma buonissimo. Riequilibrano il tutto, anche qui, la presenza dei pomodorini, del prezzemolo e delle ottime cipolle agrodolci, oltre che un extravergine ben scelto.




Tempo di pensare al dessert, o meglio al caffe'? Macche'. Non riusciamo a rinunciare ad un assaggio di uno dei cavalli di battaglia dell'All'Oro, la spigola in porchetta con zuppa di carbonara e tartufo.
Ricordo che la prima volta che ho mangiato qui - sempre con lo stesso amico - rifiutammo il "consiglio" del maitre di ordinare questo piatto che non ci convinceva troppo e ne ordinammo un altro.
Ma Riccardo ce lo volle mandare lo stesso, e alla fine si rivelo' il piu' buono di tutta la cena (e gli altri mie erano piaciuti molto, eh).
Dimostrazione che a volte si deve osare, non solo da parte di chi sta ai fornelli ma anche di chi mangia!





Conclusioni? Siamo stati freschi di sicuro, e leggeri (nei limiti del possibile) grazie alle porzioni assolutamente indovinate. E sono sempre piu' convinta che Riccardo Di Giacinto sia - tra i cuochi romani giovani, ma con pochi a fargli concorrenza anche tra i piu' "anziani" - simply the best.

ALL'ORO
Via E. Duse, 1
Roma
tel. 06 97996907
www.ristorantealloro.it

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